L'inquinamento da microplastiche, causato da rifiuti di piccolissime dimensioni che vengono dispersi nell'ambiente in generale e negli alimenti (e, di conseguenza, nel corpo umano) è tra le maggiori sfide del nostro tempo e tra i problemi più discussi che preoccupano il pianeta.

Secondo l’ultimo rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep), ogni chilometro quadrato di oceano contiene, in media, 63.320 particelle di microplastica. Il Mediterraneo è uno dei mari più inquinati al mondo. Inoltre ci sono cinque regioni oceaniche dove, per via delle correnti, si accumulano le più grandi quantità di detriti.

A livello internazionale non esiste una definizione di microplastiche (MP) riconosciuta. Con il termine microplastiche vengono indicate  piccole particelle (di materiale plastico) composte da miscele di polimeri e additivi funzionali, solide e insolubili in acqua, con dimensioni inferiori a 5 mm” (rif. ECHA – European Chemical Agency).

Microplastiche: da dove provengono?

Quando pensiamo all’inquinamento e alla plastica, siamo soliti associare quest’ultima a bottiglie ed imballaggi di grandi dimensioni. Le microplastiche possono provenire, invece, da diverse fonti: da cosmetici, detergenti per la persona e la casa, nei materiali edili e dagli indumenti.

176.000 tonnellate all’anno è la quantità di microplastiche che viene scaricata e rilasciata nelle acque europee; queste microplastiche derivano dai prodotti che le contengono (fertilizzanti, prodotti fitosanitari, cosmetici, detergenti industriali e per la casa, prodotti per la pulizia, vernici, riempimento granulare utilizzato nei campi in erba sintetica, ecc).

Microplastiche e cosmetici

Il potenziale di emissione di microplastiche nell’ambiente da prodotti cosmetici che non si risciacquano, inclusi quindi i prodotti di make-up, rappresenta meno del 2% di tutte le microplastiche aggiunte intenzionalmente a qualsiasi tipo di prodotto (fonte: Cosmetics Europe Consultazione Pubblica su SEAC Draft Opinion).

Dagli anni Novanta fino a qualche anno fa le microsfere hanno raggiunto circa il 90% dei prodotti cosmetici destinati all’ esfoliazione della pelle, detergenti, dentifrici, scrub.

Residui che vanno a finire in mare e ingeriti dai pesci che ogni giorno finiscono poi sulle nostre tavole  .

Dal 1 gennaio 2020 (Legge di Bilancio del 2018, art.1 comma 546 e segg), i microgranuli in polietilene in formulazioni esfolianti o scrub a risciacquo sono vietati. Le plastiche in generale sono ormai entrate  nella nostra catena alimentare provocando dei danni a lungo termine sulla nostra salute.

Microplastiche e salute umana

Recenti studi sperimentali hanno dimostrato che, una volta assorbite, queste piccolissime particelle si depositano in fegato, reni e intestino causando stati infiammatori cronici con conseguenti danni al sistema immunitario e a quello nervoso.

Tra le ultime ricerche uno studio di misurazione dei polimeri plastici-plexiglass in tracce in campioni ematici. Riscontrata una quantità media di 1,6 microgrammi per millilitro. Come un cucchiaino da tè in 1.000 litri d'acqua.

La nostra bellezza nasce dalla bellezza del nostro pianeta.

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